domenica 23 ottobre 2016

AppARTime: Mata Hari fu femminista oppure no?

AppARTime: Mata Hari fu femminista oppure no?: La Mata Hari, interpretata da Elisabetta Gregoraci nel primo film italiano sulla celebre "spia",  non è una femminista (n...

giovedì 18 agosto 2016

MATA HARI A VENEZIA


Mata Hari femminista ed esempio dell'emancipazione: A Venezia per presentare ai distributori esteri il film che a 100 anni dalla morte ha una versione differente per la presunta spia. Non siamo i soli a pensarla così, a novembre in uscita anche il libro di Paulo Coelho - da Claudio Bucci, il produttore (Stemo Production)
 

mercoledì 10 agosto 2016

MATA HARI - Ritratto








MATA HARI (Un film)
Regia di Rossana Patrizia Siclari
Soggetto e Sceneggiatura: Gianna Volpi
Con Elisabetta Gregoraci, John Savage,
Francesca Tasini, 
Marco Cocci, Fabio Fulco
Costumi originali di Enrica Barbano
Scenografia di Mario Arnaldi Fontana
Immagini virtuali di G. Volpi
Musiche a cura di Elisabetta Del Buono

Dalla redazione di

I suoi intensi occhi scuri, la carnagione olivastra,  il corpo flessuoso che muoveva con estrema eleganza,  i modi raffinati, la bellezza sensuale avrebbero fatto breccia nel cuore di Parigi. Lei, Margaretha Geertruida Zelle (Leeuwarden, 7 agosto 1876 – Vincennes, 15 ottobre 1917), di nascita olandese, figlia di un commerciante di cappelli, fingeva d’esse una principessa orientale. E il mondo, quello della Epoque, che viveva d’accese fantasie, non aveva nessuna intenzione di controllare documenti, avviare indagini per verificare l’identità, poichè il bello di quella Parigi euforica era una convenzione fiabesca: ognuno avrebbe assunto un’identità confacente alla personalità, potendo mutare la proprie origini e ridefinendosi, a livelli socialmente più alti, nel nuovo contesto.  Parigi così prostrò ai suoi piedi...
Ora dobbiamo chiederci il motivo per il quale la danza e la finale nudità della ballerina provocassero un tale inebriante stordimento nel pubblico, a partire dal 1905 e per l’intero decennio che avrebbe portato alla prima guerra mondiale. Le belle donne, che danzavano o esponevano se stesse nei postriboli di lusso, non mancavano certo. Ciò che colpiva, in Mata Hari, era l’apollinea levità, il distacco legato a uno status principesco e, al tempo stesso la contraddizione di quella naturalezza, che pareva davvero tutta esotica, nell’offrire visione completa del proprio corpo, delle forme ben plasmate lungo il metro e settanta di altezza.
Era leggiadra, bella, intensa; il suo sguardo non presentava alcuna torbidezza, ma si rivelava puro, virginale, nel brillio dello sguardo. La sua nudità sembrava fondersi con i principi cardine dell’universo; e pareva essere giunta davvero da lontano, da quella culla del mondo, cioè l’Oriente estremo dominato dalla cultura indiana, al quale con tanta intensità guardavano poeti, artisti e intellettuali. Mata Hari compì una rivoluzione di costume poichè dimostrava che l’apparire senza veli, in quel modo, non era nulla di estremamente peccaminoso;  ma semmai un peccato veniale; indicava la liceità sociale di un dolce spudoratezza che avrebbe potuto essere assunta anche dalle donne delle classi superiori.

6 Agosto 2016

domenica 7 agosto 2016

Mata Hari oltre la facciata



Sulla prima pagina de “La Stampa” del 16 ottobre 1917, esce un «servizio speciale»: «La fucilazione di Mata Hari».
«La danzatrice Mata Hari, condannata a morte il 24 luglio scorso dal Consiglio di guerra di Parigi, per spionaggio e intelligenza col nemico e il cui ricorso in Cassazione fu respinto alcune settimane fa, è stata fucilata stamattina. I documenti venuti in possesso della giustizia dimostrarono all’evidenza la colpabilità dell’accusata e il valore delle informazi
oni fornite al nemico».
Dunque, accuse provate? Neanche per sogno. Il processo durò soltanto tre giorni e si svolse a porte chiuse. Furono negati i ricorsi, ignorate le circostanze e le suppliche.
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La desecretazione dei verbali del processo, custoditi nel forte di Vincennes a Parigi, avverrà solo nel 2017, ma attraverso chi é riuscito a visionare le carte, lettere, memorie e soprattutto la logica dei fatti, nasce il primo film italiano sulla personalità di questa donna, al di là della facciata.


Un momento dell'interrogatorio dell'inquisitore Bouchardon (Marco Cocci)

La sfida di Elisabetta Gregoraci



Mata Hari, con la sua storia controversa, non appartiene al nostro secolo, ma ancora con esso convive anche se di lei si conoscono più i riflessi della ribalta che la vicenda umana. Ebbe un processo sommario a porte chiuse, fu accusata di grandi manovre e la sua vicenda si ritenne conclusa nei verbali secretati che saranno dati in pasto al pubblico nel 2017, esattamente cento anni dopo che, da icona negativa della Belle Epoque, affrontò, a viso aperto, la sua esecuzione, secondo la convinzione che la “normalità” è solo per i mediocri che si confondono con la folla. Mata Hari é considerato un mito, ma chi era davvero Margaretha Zelle?
Anche una donna di oggi, può essere conosciuta per una sola sfaccettatura...qui sta la sfida di Elisabetta Gregoraci.

Mata Hari, l'olandese esotica



Colta e scaltra , abbandonata dal marito, s'invento' un carattere esotico per sopravvivere...in una notte, tutta Parigi fu ai suoi piedi.

Edouard Clunet, fino all'ultimo respiro



Poche donne nella storia sono state altrettanto abili a suscitare tanti amori e ad ispirare tanti misteri come Margaretha Zelle.

John Savage (Clunet) con Elisabetta Gregoraci (Mata Hari)